mercoledì 19 giugno 2013

Da grande? Il neuroscienziato.

Un leggero passo avanti. Anche il cuore, come il cervello, viene ritratto con fattezze organiche e non astratte alla mo' di emoticon. Nonostante questo, la partita rimane pur sempre impari; favorevolmente direzionata verso l'azzurro.
Di certo, a nessuno è nuova la dicotomia cuore-cervello, intesa come sensorialità e sentimento da un lato, razionalità e ragionamento dall'altro. Una delle tante assurdità che ci portiamo appresso dall'alba dei tempi. Non posiamo farcene una colpa, se vogliamo, ma sguazzare nell'imbroglio è sconveniente, soprattutto alla luce dei nuovi sviluppi della ricerca neuroscientifica.
Mi si abbozza un sorriso; nel 2013, una delle tracce di italiano per l'esame di maturità verteva proprio su questo argomento. Una scelta azzardata, forse, dal momento che la maggior parte delle scuole secondarie di secondo grado non ne affronta lo studio, nemmeno di striscio. Comprensibile ed in parte giustificato poiché spesso il silenzio è preferibile al mero accenno diluito. D'altro canto, però, è un piacere notare che qualcosa si stia muovendo; anche il Ministero ora è consapevole dell'importanza delle neuroscienze? Wow, almeno ho una speranza di trovare lavoro.
A prescindere dal valutare se fosse o meno fattibile, la traccia apre uno squarcio sull'indefinito e misterioso mondo degli studi sul cervello, "il pezzo di materia più complesso dell'universo". Trovo esaltante la possibilità di capire i meccanismi che ti permettono di capire ciò che stai capendo. Studiare la memoria grazie alla memoria, la percezione grazie alla percezione, il linguaggio grazie al linguaggio; insomma, studiare il cervello grazie al cervello. E questo limitandosi alle funzioni superiori, ma non si dimentichi che è il sistema nervoso nel suo complesso, centrale e periferico, a giostrare le peculiarità dell'organismo nella sua interezza. Cento miliardi di cellule nervose, ognuna delle quali diecimila volte connessa per costituire una rete d'inestricabile efficienza. Equilibri dinamici perfetti, compensazioni, plasticità; come rendere possibile l'impossibile. Quindi, non sorprende la volontà di investire in un ambito di questo tipo, di accrescere i contributi forniti alle spiegazioni del perché ci si ritrovi ad essere in un modo oppure nell'altro, del perché alcuni impercettibili mutamenti possano compromettere la nostra funzionalità. Non bisogna meravigliarsi dell'errore, che ci preclude o patologizza in una qualche misura, bensì del fatto che ogni componente dell'organismo riesca magistralmente ad incastrarsi.
E tutto questo sotto al naso di chi sostiene che "si sente con il cuore".

Nessun commento:

Posta un commento